Vitamina H1

Vitamina H1. Detta anche vitamina B10 o vitamina R

Denominazioni:

Vitamina H1, vitamina B10, Vitamina R, acido para-aminobenzoico, fattore antigrigio, PAB.

Formula bruta: C7H7O2N

Formula di struttura: vedi figura all’inizio del post

Caratteri:

Polvere cristallina, aghiforme, bianca ma che ingiallisce all’aria e alla luce, inodore, di sapore amaro e acidulo. Fonde a 186 – 187 °C.poco solubile in acqua fredda, maggiormente in acqua calda cui impartisce pH acido. Facilmente solubile in alcool e etere etilico.

Attività biologica:

Assieme alle vitamine del gruppo B partecipa al meccanismo biologico della pigmentazione di pelle e peli.

Inattiva alcuni ormoni da parte del fegato, neutralizza alcuni effetti nocivi dei sulfamidici, di cui è un antagonista strutturale (tanto che assumere sulfamidici e vitamina H1 è fortemente sconsigliato, anche se ormai i sulfamidici, tranne che per rare infezioni, sono obsoleti).

Promuove la crescita di numerosi microrganismi. Partecipa alla sintesi dell’acido folico (detto anche vitamina B9).

Poiché partecipa alla sintesi di melanina, il colorante scuro naturale della pelle esposta al sole, viene utilizzato nelle creme solari, sia per promuovere l’abbronzatura che per lenire le scottature.

Viene usato anche come integratore contro la vitiligine.

Fabbisogno, sintomi di carenza:

Le fonti alimentari di vitamina H1 sono cavoli, patate, arachidi, germe di grano,legumi verdi, lattuga, pomodori e funghi; ma soprattutto: i cereali integrali, il lievito di birra, il fegato, i reni e la melassa.

Il suo apporto con la dieta viene anche incrementato dalla produzione fermentativa a carico della microflora batterica fisiologica intestinale.

La vitamina H1 viene distrutta se miscelata con acqua, se sottoposta a cottura e se unita ad alcol etilico.

Fabbisogno e sintomi da carenza:

Il fabbisogno è stimato dai 20 ai 30mg/die e la carenza può determinare: vitiligine, canizie, sclerodermia, asma, prurito, psoriasi, reumatismo articolare acuto e rikettisiosi.

La carenza può essere compensata mediante l'integrazione alimentare di lievito di birra.

È tossica a dosi eccessive, producendo nausee e vomito.

Preparazione:

È un aminoacido con proprietà vitaminiche molto diffuso in natura ma in piccole quantità, sia in forma libera che esterificata in complessi proteici.

Si può estrarre dal fegato e dai reni di animali da macello, dal lievito di birra, anche se in realtà si prepara per sintesi chimica, partendo dall’acido para-nitrobenzoico.

Bibliografia

P. Cappelli, V. Vannucchi, Chimica degli Alimenti, Zanichelli, 2000

T. Storto, E. Soriani, Principi attivi per la preparazione di integratori e di integratori medicati per mangimi, Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, 1978