Vitamina B1

Questa sostanza fu scoperta nel 1912 da un biochimico polacco, Casimir Funk, che la isolò dal riso integrale. Lo descrisse come "fattore anti beri-beri". Il composto anti-beriberi fu quindi chiamato tiamina, che significa ammina contenente zolfo.

La vitamina A era già stata scoperta e quindi la tiamina era una candidata per essere chiamata vitamina B.

Ma poiché c'erano una miriade di altri nutrienti essenziali idrosolubili scoperti di recente, tutti in lizza per essere chiamati vitamina B, questa categoria fu suddiviso in B1, B2, B3, ecc. e la tiamina fu chiamata vitamina B1.

Denominazioni:

Vitamina B1, tiamina, aneurina, vitamina antineuritica, vitamina antiriberica

Formula bruta: C12H17ClNOS

Formula di struttura: vedi figura all’inizio del post

Caratteri:

La vitamina base libera si presenta come una polvere cristallina bianca con odore persistente e caratteristco di cereali in fermentazione, fonde a 198 – 200 °C (in tubicino chiuso, altrimenti reagisce con l’ossigeno dell’aria).

In genere tuttavia, si intende e si descrive come vitamina B1 il cloridrato di tiamina (ovvero il sale cloridrico della base libera sopra descritta), che si presenta come cristalli incolori, dello stesso odore caratteristico della base libera, di sapore amaro, che fonde a 246 – 248 °C con decomposizione, facilmente solubile in acqua, abbastanza solubile in glicerina, poco solubile in alcool etilico e insolubile nei comuni solventi organici come acetone, etere o cloroformio.

La vitamina B1 viene facilmente assorbita dal carbone vegetale e si altera facilmente al calore.

Per evitare che le sue soluzioni acquose si decompongano in fase di sterilizzazione, occorre abbassare il pH a valori decisamente acidi, fra 2,8 e 3,3. Gli alcali la decompongono anche a freddo.

Per leggera ossidazione si trasforma in una sostanza gialla dotata di intensa fluorescenza azzurra (questo fatto può essere utilizzato per il riconoscimento).

Attività biologica:

La vitamina B1 ha molteplici funzioni biochimiche, presentandosi in reazioni fondamentali per la vita (dal ciclo di Krebs) alla produzione di Acetilcolina, composto chiave di molte reazioni metaboliche.

Essa è soprattutto implicata nel metabolismo degli zuccheri e pertanto maggiore è l’attività fisica maggiore risulta il suo fabbisogno.

La vitamina B1 pare sia coinvolta nella trasmissione dell’impulso nervoso fra neuroni, potenziando gli effetti dell’acetilcolina inibendo un enzima che invece ostacola l’attività di questa sostanza.

Fabbisogno, sintomi di carenza:

Non esiste una riserva di vitamina B1 nel corpo, per cui essa deve essere introdotta ogni giorno con l’alimentazione.

La carenza di vitamina B1 provoca il beri-beri, una sindrome morbosa nota sin dall’antichità, caratterizzata da alterazioni della motilità, cardiopatia, sintomi neurologici, edemi.

Se non trattata mediante la somministrazione di vitamina B1, il beri-beri conduce alla morte per cachessia o insufficienza cardiaca.

Nei paesi industrializzati è assai rara una carenza vera e propria di vitamina B1 ma possono instaurarsi, spesso per eccessi con l’alcool o per diete errate (eliminazione totale di amidacei non raffinati) deficit di malassorbimento.

L’alcolismo è una delle cause più frequenti di minore biodisponibilità dio vitamina B1.

La vitamina B1 viene eliminata per via urinaria sotto forma di metaboliti vari.

Il fabbisogno dipende dunque dal numero di calorie introdotte: più intenso è il metabolismo, soprattutto glucidico, maggiore deve essere l’apporto di vitamina B1.

Si calcola un fabbisogno di 0,4 milligrammi di vitamina B1 per kcal/giorno.

Preparazione:

La vitamina B1 è presente sia allo stato libero che come sali complessi o esteri.

È presente in buone quantità nel tegumento dei semi dei cereali (pula di riso e crusca di farina), nel lievito di birra, nella carne di maiale, nei prodotti dell’industria lattiera, nelle uova e così via. Può essere preparata per estrazione ma conviene sintetizzarla.

Prodotti con attività di Vitamina B1:

Si usano il cloridrato, il mono nitrato, il nicotinato di tiamina, ovvero sali solubili della base libera.

Bibliografia:

P. Cappelli, V. Vannucchi, Chimica degli Alimenti, Zanichelli, 2000

T. Storto, E. Soriani, Principi attivi per la preparazione di integratori e di integratori medicati per mangimi, Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, 1978